Da anni tanti ristoranti cinesi, diventati giapponesi offrono nigiri, maki, uramaki, udon, ravioli, involtini e sashimi con formula you can eat a Milano con prezzi che vanno dai 10 ai 20 euro.
Sono i ristoranti giapponesi all you can eat.
Locali in cui si possono ordinare a volontà i cibi presenti in un menù a prezzo fisso, più economico di quello à la carte.
Per il pranzo il costo oscilla tra i 10 e i 15 euro, mentre a cena il costo è di circa 20 euro, bevande e coperto esclusi.
Molti offrono una cucina che unisce piatti di quella giapponese, cinese e anche thailandese. Altri si limitano a piatti giapponesi.
Ma il pesce crudo, sia nei ristoranti italiani sia in quelli giapponesi non all you can eat, costa molto. Come spiegare questa disparità di prezzo, accresciuta dalla possibilità di ordinare più e più volte? Questi ristoranti sono davvero sicuri? Che differenze ci sono con i ristoranti giapponesi “di lusso”?
E allora le domande che ci facciamo
Chi effettua i controlli?
“La legge stabilisce che il primo controllore sia lo stesso operatore del settore alimentare, cioè il gestore.
Il proprietario o il gestore, se i due ruoli non coincidono, sono infatti i responsabili dal punto di vista civile e penale di tutto ciò che avviene nel ristorante.
“Ci sono poi i controlli occasionali effettuati dall’Asl che si verificano, in tutti i tipi di ristoranti, etnici”.
“Bisogna inoltre ricordare– che le verifiche sul rispetto delle norme igieniche riguardano non solo i ristoratori ma anche i loro fornitori, in questo caso i rivenditori di pesce”.